Biccari, il paese che riparte dal suo bosco

Una storia vincente di sviluppo sostenibile.

Biccari, il paese che riparte dal suo bosco

3 febbraio 2022 Natura e Cultura

Di Alessio Mingoli

Oggi vogliamo raccontarvi la storia di rinascita di un paese, uno dei tanti piccoli comuni italiani sotto i 5.000 abitanti ad alto rischio spopolamento. Stiamo parlando di Biccari, piccolo paese sui monti Dauni in provincia di Foggia, che grazie anche alla lungimiranza del sindaco Gianfilippo Mignogna ha saputo riprendere in mano il proprio futuro ripartendo dai pochi elementi certi di cui era in possesso: una comunità di persone, delle case ed un bosco. Sono state tante le iniziative messe in campo per attirare le persone di nuovo verso il piccolo borgo. Nel febbraio scorso ad esempio, il sindaco ha messo in vendita alcune case rimaste vuote, al prezzo simbolico di un euro, facendo scaturire migliaia di richieste da tutto il mondo e facendo arrivare la notizia fino alla CNN. Grazie a dei progetti internazionali poi sono arrivati i lavoratori dello smart working internazionale. Professionisti digitali di vario tipo che hanno scelto di lavorare a distanza girando il mondo. 

Ma l’iniziativa che a noi per forza di cose interessa di più è quella messa in campo sui boschi circostanti, facendoli diventare un vero strumento di sviluppo sostenibile, come giustamente messo in evidenza da Emilio Casalini, conduttore del programma “Generazione Bellezza” di Rai3, che ne ha parlato nella 10a puntata, il 4 gennaio scorso.

Nonostante Biccari sia a tutti gli effetti un paese di montagna circondato da boschi era fino a poco fa come una località di mare senza pescatori. Mancava infatti qualsiasi tipo di professionalità legata alla gestione e alla cura del patrimonio boschivo. La gestione dei boschi è stata quindi affidata ad una “cooperativa di comunità” che si è occupata sia della parte forestale classica che di quella turistico/ludica. All’interno del bosco è stato realizzato ad esempio un parco avventura con percorsi sugli alberi adatti ad adulti e bambini. Ma il parco offre anche altro, come il bosco didattico, itinerari di mountain bike, tiro con l’arco, orienteering, trekking, forest camp. A proposito di campeggio, oltre che con le classiche tende il parco offre la possibilità di soggiornare nel suo “Bed&tree”, delle suggestive case di legno sugli alberi, un modo originale di campeggiare nella natura, il cosiddetto “glamping”, settore in ascesa vertiginosa negli ultimi anni in tutto il mondo. 

Altra proposta suggestiva della zona è quella della “Bubble room” sul monte Cornacchia.
Si tratta di una struttura gonfiabile e trasparente, con il comfort di una stanza di un hotel, ma la suggestione delle pareti e del soffitto, per un’esperienza di immersione totale nel bosco. Si tratta di una formula di turismo sostenibile, che non ha bisogno di costruire o intervenire sul paesaggio per svilupparsi.

Dormire una notte nel bosco illuminati solo dalle stelle, veder passare la luna sopra il proprio letto e sentirsi un tutt’uno con la foresta è un’esperienza che ricostruisce a poco a poco quel legame con la natura che in tanti abbiamo perso.        
Tutti questi interventi sul bosco hanno ovviamente creato posti di lavoro, portato turismo, mosso l’economia locale e giovato al territorio stesso, con interventi mirati a ridurre il rischio di incendi e alla tutela dal rischio idrogeologico.

Insomma, ancora una volta ci troviamo davanti ad un esempio di come, quando una comunità unita riesce a valorizzare le proprie risorse naturali e ad integrarle con le attività umane in modo sostenibile i vantaggi sono infiniti e vanno sia al tessuto sociale che al patrimonio naturale, facendoli convivere nel modo più armonioso possibile.

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Alessio Mingoli

Redazione Eco delle Foreste