Dichiarazione ambientale di barriere stradali in legno certificato, la solidità della trasparenza

Grazie alla certificazione EPD, basata su uno studio di ciclo di vita (LCA), Margaritelli Ferroviaria Spa comunica in totale trasparenza gli impatti ambientali e i punti di forza nel processo produttivo delle sue barriere stradali.

Dichiarazione ambientale di barriere stradali in legno certificato, la solidità della trasparenza

3 ottobre 2023 Attualità

Di Luca Rossi 

Analizzare il proprio processo produttivo, considerarne gli impatti ambientali, adoperarsi per ridurli ed eventualmente compensarli, è il comportamento virtuoso che molte aziende stanno mettendo in atto negli ultimi decenni grazie alla spinta di un’opinione pubblica e di una politica sempre più attenta alla sostenibilità ambientale. Ma questo non basta, c’è bisogno di fare di più

Ciò che non è sempre presente è, infatti, la comunicazione dei risultati dell’analisi dei propri impatti, e quindi, in un certo senso, la volontà di mettersi a nudo rispetto ai propri punti di forza e punti di debolezza nei confronti dell’ambiente. Per questo esiste l’EPD (Environmental Product Declaration), una dichiarazione ambientale basata su uno studio di ciclo di vita (LCA) che permette di comunicare informazioni oggettive, credibili e confrontabili relative alle prestazioni ambientali di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita, facendo della comunicazione il suo punto di forza.

 

Ebbene, c’è chi fa di più, c’è chi si certifica con un’EPD.

Margaritelli Ferroviaria Spa produce barriere stradali in legno dai primi anni 2000, di lì a poco sposa la certificazione PEFC e si allinea a tutte le principali norme e certificazioni legate alla salute, alla sicurezza e alla sostenibilità ambientale. Nel 2023 l’azienda umbra, con sede operativa a Bettona (PG), è finalmente in grado, grazie alla certificazione EPD, di comunicare in totale trasparenza i suoi impatti ambientali e i suoi punti di forza

Di dichiarazioni EPD di prodotti legnosi in Italia non ne mancano, ma per una barriera stradale in legno, in particolare per quelle in cui la componente legnosa è strutturale e fondamentale in concerto con l’acciaio, Margaritelli rappresenta un primato: ad oggi, l’unica altra EPD è stata effettuata su una barriera tradizionale in solo acciaio zincato.

 

Come PEFC Italia, orgogliosi del percorso virtuoso di un’azienda che realizza prodotti di nicchia e di ottima ingegneria con legno certificato, siamo andati a curiosare e a toccare con mano i manufatti e le fasi di produzione descritte nell’EPD. Ad accoglierci, l’Ing. Filippo Leone, responsabile vendite, marketing e ricerca e sviluppo del comparto Margaritelli Road Safety.

 

Com’è nata l’idea di certificarsi EPD?

La scelta dell’EPD è maturata negli anni nel contesto di ragionamenti sui temi ambientali e della sostenibilità, che sono sempre in prima linea nella nostra strategia aziendale. Eravamo già in possesso di tutte le principali certificazioni necessarie, sia cogenti che volontarie: certificazione della catena di Custodia secondo lo Standard PEFC ITA 1002:2020, Certificato di Costanza della Prestazione secondo UNI EN 1317 parti 1, 2, 5 e CPR 305/2011, UNI EN ISO 9001:2015, UNI EN ISO 14001:2015 e UNI ISO 45001:2018. L’EPD è stata in un certo senso la naturale prosecuzione del nostro percorso. Inoltre, negli ultimi anni, le imprese di alcuni stati europei stanno richiedendo queste certificazioni e le dichiarazioni ambientali (l’EPD una su tutte) come base essenziale per la scelta dei prodotti, risultando non più soltanto una scelta opzionale e volontaria, ma uno stringente fattore di preferenza”.

 

Quali sono i vantaggi di essere certificati EPD?

Svolgere l’LCA (propedeutica all’EPD) ci ha permesso di studiare ciò che facciamo in maniera più approfondita, da punti di vista che magari non avevamo mai considerato. Se vuoi migliorare nel futuro devi per forza partire dalla conoscenza dello stato attuale. L’EPD l’abbiamo fatta per noi, per dare delle risposte concrete a chi ce la chiede ora, ma sappiamo anche che in un futuro non tanto remoto, speriamo, arriveranno i CAM-strade e l’EPD sarà un passaggio obbligato. Per noi il controllo con l’EPD è occasione per una revisione annuale, perché ogni anno bisogna controllare se ci siamo discostati dai parametri e dagli obiettivi che ci prefissiamo.          
Essere pronti, essere già preparati, è fondamentale. La nostra è una visione sempre proiettata al futuro. A chi, quando vede le nostre scelte innovative in campo ambientale, mi chiede: Perché fai questa azione? – io rispondo - Perché tanto prima o poi servirà, intanto noi ci portiamo avanti, facciamo esperienza, saremo più bravi degli altri, saremo più veloci quando sarà utile”.

 

Come nasce una barriera stradale Margaritelli?

“Le barriere Margaritelli, riconosciute facilmente in passato anche grazie al nome del brand “Esterni Eterni” ora evoluto verso un più moderno e concreto “Margaritelli Road Safety”, sono realizzate in legno lamellare di abete rosso tutto certificato PEFC proveniente principalmente da Austria e Germania. Si tratta di travi da 6 metri, sezionate e lavorate volta per volta sulla base della tipologia di barriera che si vuole ottenere, con una sezione piuttosto importante, che garantisce durabilità e costanza delle prestazioni strutturali, resistenza ed elasticità alle barriere. L’utilizzo del lamellare elimina la difettosità localizzata, perché il sistema di produzione è in grado di individuare un problema strutturale, tagliarlo, e inserire un giunto a pettine, e inoltre è garantito dalla certificazione per uso strutturale per la specifica classe di resistenza. Il legno collabora poi con l’acciaio. Nello specifico, utilizziamo acciaio COR-TEN, fornitoci dall’Acciaieria Arvedi S.p.A., che utilizza materiale riciclato post-consumo per i propri prodotti, con contenuto minimo pari al 76%. Ciò consente, per la realizzazione dei manufatti in acciaio, l’impiego di forni elettrici al posto dei tradizionali altoforni, con un consumo energetico inferiore poiché le temperature necessarie per fondere materiale riciclato sono più basse rispetto a quelle necessarie quando si parte dal minerale”.

Per osservare nel dettaglio tutto il processo produttivo, così come puntualmente riportato e illustrato anche nel documento EPD, segnaliamo il video al link https://margaritelli-rs.com/it/valori/ (il video lo trovate a fondo pagina).

 

Quali sono i risultati in termini di impatti sull’ambiente?

“I prodotti Margaritelli Road Safety sono caratterizzati da una produzione totale di gas ad effetto serra (GWP totale nell'analisi "from cradle to gate") nettamente inferiore rispetto alle tradizionali barriere realizzate in acciaio zincato.

Il motivo principale è la funzione di stoccaggio dell'anidride carbonica garantita dall'uso di legno lamellare. Infatti, rispetto alle tradizionali barriere stradali in solo acciaio in cui il 100% del materiale comporta emissioni di CO2 fossile, le barriere Margaritelli hanno una consistente componente legnosa, per cui la CO2 fossile dovuta all’acciaio risulta minore, e la CO2 legata al legno (biogenica) gioca addirittura un ruolo a favore, in quanto è considerato stoccaggio di carbonio.

Per lo studio, condotto dalla società di consulenze ambientali ed energetiche TREE S.r.l. di Perugia, è stato preso come unità funzionale 1 metro di barriera stradale di sicurezza e 1 metro di terminale ad assorbimento di energia, per il quale è stato considerato come obiettivo e ambito l’intero ciclo di vita “from cradle to gate with options” (dalla culla al cancello + fine vita e riciclaggio).

Volendo fare una comparazione con le barriere tradizionali, osserviamo emissioni di CO2 che sono nel migliore dei casi 1/5 e nel peggiore dei casi 1/2 rispetto a quelle delle barriere in acciaio, tenendo conto della variabilità nei vari modelli di barriere a catalogo”.

Il testo completo dell’EPD è consultabile al link    https://api.environdec.com/api/v1/EPDLibrary/Files/05fb7f24-3ffc-46ad-ba68-08db14e55e0f/Data 

 

In termini economici, quanto costa all’azienda essere sostenibile e continuare a migliorarsi seguendo gli standard e le certificazioni?

“Poco. Si tratta di percentuali irrisorie sul totale dei costi. Né la certificazione PEFC, né l’EPD, né le altre certificazioni su salute e sicurezza risultano essere per noi un peso economico. Anzi, come già accennato, per noi possono eventualmente essere occasione di apertura di nuove porte e nuove strade, nuovi contatti. La sostenibilità, anche da un punto di vista pragmatico, non va vista come una costrizione, ma come un’opportunità di crescita e di miglioramento”.

 

Perché scegliere la barriera in legno lamellare?

“Le barriere in misto legno e acciaio corten garantiscono prestazioni di tenuta e di sicurezza certificate, indiscutibili. Come abbiamo visto dai risultati dell’EPD, hanno un impatto ambientale inferiore rispetto a quelle tradizionali in acciaio zincato. Sull’estetica, poi, c’è poco da aggiungere: la finitura, il colpo d’occhio, il calore che conferisce il legno all’interno dell’arredo urbano e stradale non hanno eguali. Infine, considerando che in questi anni si sta riscoprendo il ruolo e il valore dell’ingegneria naturalistica, non dimentichiamoci che quando mettiamo 2 chilometri di barriera in legno per mettere in sicurezza la strada, non è molto diverso dal posizionare dei tronchi di abete (chiaramente, lavorati) lungo 2 chilometri di strada per stabilizzare un movimento franoso.

Infine, sul prezzo, inevitabilmente queste barriere costano dalle 2 alle 3 volte in più rispetto a quelle tradizionali, e rappresentano un prodotto di nicchia, forse la nicchia della nicchia, quasi un prodotto di lusso. È una questione, per le pubbliche amministrazioni, di scelte e di strategie di azione per la sostenibilità”.

Ringraziamo l’Ing. Leone per il costruttivo e stimolante incontro e ci congediamo con l’augurio di vedere crescere il numero delle realtà imprenditoriali del settore legno capaci di mettersi in gioco e di comunicare in modo così trasparente i risultati dell’analisi dei propri impatti.

Legname di Guerra

Leggi i chiarimenti e le FAQ emesse dal PEFC Internazionale a seguito dell'annuncio che tutto il legname proveniente dalla Russia e dalla Bielorussia è considerato "legname di guerra"

Referenti PEFC

Luca Rossi

Redazione Eco delle Foreste