La Rolls Royce delle botti: quando la sostenibilità fa rima con vino buono
7 marzo 2013 News 2013
Otto generazioni di imprenditori, una storia che risale al 1775 per costruire un’azienda che dalla campagna trevigiana rifornisce oggi con i suoi prodotti oltre l’80% delle cantine italiane. E ha deciso di realizzarli con legno certificato PEFC. Per senso etico. E per posizionarsi sul mercato prima dei concorrenti esteri.
È una storia di passione per il legno e di idee originali per precorrere il futuro, quella della famiglia Garbellotto. Che affonda le radici nella campagna trevigiana vicino Conegliano. Data d’origine: 1775. Dal 18esimo secolo ai giorni nostri, otto generazioni della stessa famiglia e con la stessa missione: produrre botti e tini da cantina. In mezzo, 240 anni di vicende umane. Oggi, è un punto di riferimento praticamente unico nel panorama italiano e mondiale per quanto riguarda le botti di grandi dimensioni. 15 milioni di fatturato, 75 dipendenti, con una produzione di contenitori pari a 45mila ettolitri l’anno (compresa la botte più grande del mondo – 33.500 litri - inserita nel Guinness dei primati da aprile 2010). Numeri che sono valsi all’azienda il soprannome di “Rolls Royce delle botti”.
“Il 90% delle aziende vinicole italiane usano o hanno usato una nostra botte” racconta con orgoglio Pieremilio Garbellotto, 31enne responsabile dell’area tecnica e del controllo qualità, ultimo discendente della dinastia, che con i suoi fratelli Piero e Piergregorio, ha ereditato le redini dell’azienda. Con una visione chiara - nonostante la giovane età - del ruolo dell’imprenditore. E con la consapevolezza - probabilmente agevolata dalla sua giovane età – dell’importanza di investire in sostenibilità ambientale per dare un segnale ai consumatori e aprire nuove nicchie di mercato: una sensibilità che si traduce nella scelta di trasformare gli scarti di lavorazione in combustibile per il riscaldamento dello stabilimento e, visto il materiale usato per le proprie botti, nella decisione di cercare legno certificato secondo il sistema Pefc, che garantisce la provenienza della materia prima da boschi e foreste gestite in modo sostenibile (nel caso di Garbellotto, utilizzando rovere proveniente dal massiccio centrale francese e dalla Slavonia, nella Croazia orientale).
La politica aziendale di Garbellotto rispetto alla certificazione è dettata soprattutto da un senso etico: “Nel settore ancora non esiste una grande attenzione all’uso del legno certificato e di provenienza certa, ma siamo felici di poter fare la nostra parte per tutelare il nostro territorio” ammette Pieremilio. “Ma per noi è stata una scelta naturale che ci permetterà di essere posizionati in un mercato che potrà solo crescere in futuro”. Una strategia lungimirante, nutrita anche dalla consapevolezza di quanto sia cruciale scegliere legno di alta qualità per far stagionare il vino nel migliore dei modi: “nel nostro mestiere la materia prima conta per più del 50%. Solo i maestri bottai e i dottori forestali ne conoscono davvero le caratteristiche. Avere la possibilità di dimostrare da dove proviene il nostro legno e confermare le nostre affermazioni con certificazioni indipendenti e autorevoli, è un grande valore aggiunto”.
Per approfondimenti:
www.garbellotto.it