Le foreste nello European Green Deal, opportunità e sfide per il PEFC

Nello European Green Deal presentato lo scorso dicembre dalla Commissione Europea riguardo le politiche sui cambiamenti climatici e sulla biodiversità, le foreste giocano un ruolo importante. Il PEFC apporta il suo contributo grazie all’esperienza nel settore e con nuove proposte.

Le foreste nello European Green Deal, opportunità e sfide per il PEFC

1 aprile 2020 Attualità

Di Luca Rossi
A dicembre 2019 la Commissione Europea ha pubblicato lo European Green Deal, un piano di iniziative politiche il cui obiettivo è rendere l’Europa neutrale dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente e sul clima entro il 2050, mirando ad una riduzione rispetto al 1990 del 50% di emissioni di CO2 entro il 2030.
La strategia consiste nel rivedere le attuali leggi riguardanti ogni singolo aspetto dei cambiamenti climatici e nell’introdurre nuove leggi sull’economia circolare, sull’ammodernamento degli edifici, sulla biodiversità, sull’agricoltura e sull’innovazione.
Anche il settore forestale, il cui ruolo è trasversale rispetto alla salvaguardia delle risorse naturali e dell’equilibrio climatico, rientra tra i destinatari degli investimenti del Green Deal.
Buona parte delle azioni previste dalla Commissione Europea avrebbero dovute essere intraprese, come da programma, entro i primi 100 giorni dall’insediamento della Presidente von der Leyen, ma tenuto conto dell’emergenza COVID-19 e delle priorità emerse nelle ultime settimane, la programmazione subirà delle modifiche.

Ma vediamo quali sono le iniziative in ambito forestale che riguardano da vicino il PEFC:

  • L’obiettivo generale delle emissioni zero nel 2050 influenza il settore della bioenergia – energia rinnovabile – e il contributo da parte del settore forestale nelle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla selvicoltura (LULUCF);

  • Politica industriale ed economia circolare: la Commissione intende, tra le altre cose, decarbonizzare il settore delle costruzioni e del tessile (quindi più legno!) e assicurarsi che entro il 2030 tutto il packaging nell’UE sia riutilizzabile o riciclabile (quindi più legno!);

  • Le politiche forestali sono menzionate sotto la voce “Biodiversità” nel Green Deal:

    • L’UE aiuterà ad aumentare la qualità e la quantità delle foreste europee per raggiungere la neutralità climatica e un ambiente in salute;

    • La Commissione preparerà una nuova Strategia Forestale UE per piantare nuovi alberi e curare le foreste danneggiate o deperite;

    • L’UE incoraggerà le importazioni che non creeranno deforestazione all’estero al fine di minimizzare il rischio per le foreste in tutto il mondo.

Questo approccio di considerare le foreste sotto il capitolo “Biodiversità” e di convenire che bisogna “aumentare la qualità e la quantità delle nostre foreste” ha immediatamente sollevato perplessità tra i selvicoltori europei e tra le associazioni delle industrie forestali, i quali ricordano che la multifunzionalità (che include la biodiversità) è il cuore della Gestione Forestale Sostenibile. Gli argomenti della “deforestazione importata” sono già stati recentemente oggetto di una comunicazione della Commissione che porterà a rafforzare l’attuazione dell’EUTR e del piano d’azione FLEGT nonché iniziative per altre materie prime associate alla deforestazione. 

Il Green Deal dell’UE non crea di per sé nuove politiche e nuove normative per il settore forestale, in quanto strategie europee sulle Foreste, sulla Biodiversità, sulla Deforestazione Importata, sull’Economia Circolare e sulla Politica Industriale sarebbero comunque state pubblicate. Quello che cambia è il focus, il ritmo e la pressione politica. Nello specifico il focus, perché le foreste sono al centro di tali politiche e sono state menzionate più volte; il ritmo, a causa della tempistica dei primi 100 giorni e all’aumento degli obiettivi climatici, e la pressione politica perché lo slancio politico e l’opinione pubblica sono a favore di un approccio “più verde” tra gli stakeholder e tra le istituzioni europee. 

Il PEFC sta facendo la sua parte affinché la sua voce venga ascoltata e si sta adoperando per dare input a tutte le politiche dove la certificazione di Gestione Forestale Sostenibile abbia un ruolo da giocare. Nei suoi impegni e nelle sue azioni si impegna sempre ad agire in coordinamento con gli stakeholder e gli altri attori del settore forestale. Ad esempio:

  • PEFC e FSC hanno di comune accordo presentato una richiesta per essere inclusi nel gruppo recentemente creato dalla Direzione Generale dell’Ambiente “Gruppo di lavoro su foreste e natura”. Questa richiesta è stata accettata e per la prima volta i sistemi di certificazione di GFS saranno parte di un Gruppo di Lavoro ufficiale della Commissione sulle politiche forestali.

  • Con il supporto di altri stakeholder, PEFC ha redatto un emendamento alla bozza di Report sulla Strategia Forestale Europea per sottolineare il contributo positivo della certificazione volontaria di GFS alle politiche forestali europee. La versione attuale non fa riferimento alla certificazione.

Legname di Guerra

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Referenti PEFC

Luca Rossi

Redazione Eco delle Foreste