Progetto “Anima”: L’Abez del Prinzep continua a vivere dopo lo schianto
Nasce un quartetto d’archi con tavole armoniche e anima in legno proveniente dall’antico albero degli Altipiani Cimbri.
Progetto “Anima”: L’Abez del Prinzep continua a vivere dopo lo schianto
20 febbraio 2024 Attualità
Di Alessio Mingoli
C’era una volta l’Abez del Prinzep (Abete del principe in lingua cimbra) un leggendario abete bianco di 250 anni circa, sito nel comune di Lavarone (TN) in località Malga Laghetto, sulle Prealpi trentine certificate per la gestione sostenibile PEFC. Con un’altezza di 54 metri è stato fino al 2017, anno della sua morte dopo uno schianto a causa del forte vento, l’abete bianco più alto d’Europa, nonchè segnalato come albero monumentale d’Italia. C’era una volta e c’è ancora. Si, perché grazie all’ambizioso progetto “Anima” sotto l’ideazione e la direzione artistica di Giovanni Costantini violoncellista, direttore d’orchestra, docente e formatore, si è deciso di utilizzare il legname dell’albero ormai caduto per realizzare degli strumenti musicali. Nello specifico è stato realizzato un quartetto d’archi (due violini, una viola e un violoncello).
Nel nome del progetto è racchiuso tutto il suo significato: l’anima infatti è il nome di una componente interna degli strumenti ad arco, un cilindro alto e sottile che il liutaio inserisce durante la lavorazione che mette in collegamento il piano armonico col fondo. Proprio come l’anima dell’Abez del Prinzep, che continua a vivere nel suono di questi strumenti unici al mondo. In liuteria è cosa davvero rarissima trovare un quartetto d’archi costruito interamente con il legno proveniente dalla stessa pianta. Inoltre per realizzare strumenti del genere si usa generalmente legno di abete rosso di risonanza, invece in questo caso grazie al liutaio Gianmaria Stelzer si è provato ad utilizzare l’abete bianco.
Giovanni Costantini ci ha fatto sapere in anteprima che la risposta acustica che sta dando questo legno è in realtà strepitosa. Nella storia della liuteria si è utilizzato anche questo tipo di legno, poi si è smesso perché probabilmente risultava più difficile da lavorare. Anche dal punto di vista estetico stiamo parlando di strumenti unici. Infatti è stato scelto di lasciarli bianchi, con una sola vernice trasparente in modo da non alterare il colore dell’abete bianco.
Gli strumenti verranno presentati venerdì 22 marzo al MUSE di Trento, partner del progetto insieme a PEFC Italia e ai committenti, il “Comitato Valorizzazione Avez del Prinzep”.
Il Comitato sarà anche proprietario di questi strumenti che potranno essere poi affidati a professionisti o a qualche studente meritevole del Trentino. Oppure prestati a quartetti prestigiosi che decideranno di fare concerti con questi specifici archi.
Come ci ha detto Giovanni Costantini si è scelto di realizzare questo quartetto d’archi invece che oggetti di uso comune proprio perché strumenti del genere hanno un orizzonte di vita molto lungo arrivando anche ai 250 anni già vissuti dall Abez, raddoppiandone la vita. Inoltre in strumenti del genere il legno rimane vivo, matura e muta rispetto all’ambiente dove è custodito e alle mani che lo suoneranno. Un modo adeguato di rendere omaggio ad un albero monumentale divenuto importantissimo per una comunità intera, che ora continuerà a vivere portando il proprio suono anche fuori dai confini Trentini.