Quali spunti d’azione arrivano dall’unidicesima edizione di Oltreterra

L’ultima edizione di Oltreterra riporta l’attenzione sulle difficoltà e sulle potenzialità delle terre alte, riflessioni utili per un cambiamento di rotta.

Quali spunti d’azione arrivano dall’unidicesima edizione di Oltreterra

11 dicembre 2024 Eventi

Di Francesca Dini

Si è tenuto dal 13 al 15 novembre a Santa Sofia (FC) l’ormai appuntamento fisso di Olteterra, giunto alla sua 11° edizione. Il PEFC ha partecipato all’evento, dove sono stati affrontati i temi caldi del mondo delle aree interne, dei comuni di montagna e delle terre alte per trovare nuove soluzione che possano aiutare l’economia, l’ambiente e la sopravvivenza a tutto tondo di queste aree.

Per affrontare al meglio i vari temi sono stati creati sei tavoli tematici per discutere di ognuno di questi ambiti. Qua sotto trovate un breve riassunto di quanto emerso dalle discussioni degli esperti.

La filiera del legno italiana nel suo tavolo riporta di una elevata potenzialità del settore frenato da frammentazione, mancanza di dati e infrastrutture inadeguate. Per il suo rilancio, occorre puntare su qualità e unicità, valorizzando il legno italiano tramite certificazioni ambientali e normative sulla sostenibilità. È necessaria una pianificazione forestale che garantisca gestione sostenibile e approvvigionamento continuo, mentre una governance efficace deve coordinare istituzioni e privati. Le imprese forestali devono evolversi in custodi del territorio, con contratti a lungo termine. Fondamentali la formazione di figure come il wood manager e l’introduzione del Forest Manager per integrare boschi, imprese e istituzioni, ispirandosi alla visione innovativa di OLTRETERRA per una filiera sostenibile e competitiva.

La questione delle predazioni della fauna selvatica trattato nel tavolo Pascoli italiani e aree aperte sta generando tensioni tra allevatori e comunità locali, evidenziando la necessità di strategie integrate per favorire la convivenza. Diverse pratiche di allevamento e peculiarità territoriali richiedono soluzioni specifiche. L'abbandono delle razze autoctone, preziose per biodiversità e paesaggi, e la riduzione della presenza umana attiva nei territori montani aggravano il problema. Sottolineano come servano politiche chiare, formazione mirata e reti di allevatori consapevoli per promuovere una gestione sostenibile. Scuole di pastorizia potrebbero offrire esempi utili, mentre misure come monitoraggio della fauna, incentivi per giovani allevatori e gestione efficace dei rifiuti potrebbero migliorare la situazione. 

Il tavolo di lavoro strategie integrate per comunità e territori consapevoli identifica la soluzione del problema della fragilità delle aree montane, già segnate da marginalità economica, spopolamento e rischi idrogeologici proponendo attività che incentivino il ripopolamento, valorizzando l’accoglienza di nuovi residenti, inclusi migranti, e organizzando governance territoriale adeguata. Si pone inoltre l’accento sulla necessità di una pianificazione mirata, con fondi continuativi e politiche di perequazione che riconoscano i servizi ecosistemici. Le comunità montane devono diventare attrattive con investimenti in servizi per giovani e famiglie, come asili, scuole di musica e biblioteche, promuovendo una visione innovativa e sostenibile per il futuro.

Per il tema del turismo nelle terre alte si evidenzia la necessità di una evoluzione verso la sostenibilità, nel rispetto dell'ambiente e favorendo il benessere locale. Questi territori offrono esperienze autentiche, enogastronomia, benessere forestale e identità uniche, ma affrontano sfide come carenze infrastrutturali, ridotta capacità ricettiva e frammentazione dell’offerta. La crisi demografica e la mancanza di reti e risorse aggravano le difficoltà. Tuttavia, il turismo esperienziale, lento e di prossimità, uniti alla promozione via social media, rappresentano opportunità. Serve pianificazione integrata per bilanciare il turismo con i bisogni locali, come mostrano i consorzi turistici del Trentino e Slow Food Travel.

Per il tavolo Riportare la montagna nelle scuole è essenziale educare i giovani sulle risorse naturali, la geografia delle Terre alte e il rapporto uomo-natura. La geografia è quasi assente nei programmi scolastici, e la montagna è sottovalutata, richiedendo una nuova narrazione e più emozionalità nell’insegnamento. I docenti spesso non sono formati sul tema, e serve differenziare gli approcci tra scuole di montagna e di città, includendo esperienze dirette sul territorio. Le proposte nate riguardano l’aumento delle ore di geografia con docenti specializzati, la creazione di una rete tra scuole di montagna, la formazione degli insegnanti, lo sviluppo di un albo di educatori per attività scolastiche e l’avvio di sperimentazioni didattiche sulla gestione multifunzionale delle foreste.

L’ultimo tavolo della “Rete dei Castanicoltori” Slow Food promuove il rilancio economico e sociale delle terre alte attraverso la valorizzazione della castanicoltura, fondamentale per il territorio e l’ecosistema. I castagneti tradizionali prevengono il dissesto idrogeologico, catturano CO₂ e conservano la biodiversità, mentre hanno valore culturale e paesaggistico, contrastando l’abbandono delle aree montane. Per rafforzare il settore, si propone una migliore comunicazione verso giovani e pubblico, promuovendo il consumo di castagne tutto l’anno e superando gli stereotipi legati al passato. Gli obiettivi comuni sono di sensibilizzare le istituzioni, coinvolgere i giovani con castagneti didattici, sostenere le produzioni locali e creare eventi e campagne che evidenzino i benefici sociali e ambientali della castanicoltura.

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Legname di Guerra

Leggi i chiarimenti e le FAQ emesse dal PEFC Internazionale a seguito dell'annuncio che tutto il legname proveniente dalla Russia e dalla Bielorussia è considerato "legname di guerra"

Referenti PEFC

Francesca Dini

Segreteria tecnica e promozione