Si è concluso il progetto Carter: risultati e opportunità per la pioppicoltura
Il progetto Carter si conclude portando nuove conoscenze sui cloni MSA, il biochar a km zero da residui di pioppo e i mercati volontari del carbonio.
Si è concluso il progetto Carter: risultati e opportunità per la pioppicoltura
8 agosto 2022 Progetti
Di Dini Francesca
Lo scorso 23 giugno si è tenuto il convegno finale del Progetto PSR Veneto CARTER (Biochar e nuove superfici forestali: binomio vincente per la conservazione e sequestro del carbonio nel terreno) di cui PEFC Italia è stato partner insieme a Confagricoltura Rovigo, il CREA Foreste e Legno, il CNR Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri, l’Università degli studi della Tuscia e 13 aziende pioppicole del rodigino e della bassa padovana.
Il convegno ha presentato i risultati e le opportunità derivanti dagli ultimi tre anni di progetto agli stakeholder interessati ad agroforestazione, biochar e produzione sostenibile dei pioppeti, cioé le possibili soluzioni ai problemi che affliggono il settore ovvero la bassa disponibilità di legname di pioppo accompagnati da un’elevata domanda interna e la perdita di sostanza organica nei suoli.
Nello specifico le attività del progetto hanno fatto emergere tre aspetti innovativi: l’aumento dell’uso dei cloni MSA (Miglior Sostenibilità Ambientale) del pioppo; l’utilizzo degli scarti e residui di pioppicoltura per la produzione di biochar e l’uso del biochar come ammendante organico.
L’uso in pioppicoltura di cloni MSA assicura alle piantagioni resistenza alle principali malattie fogliari, un risparmio economico ed ambientale dato dal ridotto uso di pesticidi, accompagnato da buone rese di qualità nella produzione; lo svantaggio degli MSA è la necessità di nuove tecniche di potatura causata dall’elevata emissione di corti rami laterali che richiede l’adozione di particolari e frequenti interventi, la maggiore densità basale che ne riduce la leggerezza rispetto al clone I214, maggiormente conosciuto ed utilizzato ed infine sono poco conosciuti dall’industria.
Il progetto ha inoltre rivalutato la coltivazione del pioppo tramite una gestione di agroforestazione. Per i nuovi cloni MSA le nuove piantagioni dovrebbero essere realizzate con l’uso di pioppelle certificate e sane da piantare su terreni alluvionali con falda idrica, lungo i bordi del campo o i fossi di drenaggio. Questa tipologia di gestione risulta portare ad un aumento della redditività rispetto alla monocoltura e permette di accedere a finanziamenti agroambientali.
Il progetto ha poi analizzato l’opportunità di produrre biochar a partire da legno di pioppo che si porrebbe sul mercato come un ammendante agricolo sostenibile con una serie di ottime caratteristiche quali la possibilità di contrastare la crisi climatica attraverso il sequestro del carbonio e di aumentare la fertilità fisico-chimica del suolo, risparmiando quindi su fertilizzanti ed irrigazione, senza contare l’opportunità di valorizzare materiale residuale direttamente in campo tramite l’utilizzo di carbonaie mobili.
Il PEFC nella sua attività per il progetto ha analizzato le 13 aziende coinvolte nel progetto al fine di individuare le pratiche sostenibili necessarie per accedere alla certificazione e le buone pratiche volontarie che potrebbero implementare nell’ottica di aumentare il carbonio stoccato nella biomassa o ridurre le emissioni di CO2 per accedere ai mercati volontari. Infine mediante la valutazione delle aziende presenti nella provincia di Rovigo è stata stilata una lista di potenziali acquirenti dei crediti sulla base delle tipologie di produzione più o meno impattanti e il fatturo annuo.
Per approfondire quanto emerso tramite i risultati del progetto la brochure conclusiva è scaricabile qui
In alternativa il sito del progetto è disponibile qui