#TheTalkingForest e packaging sostenibile: la parola ad Algida

14 gennaio 2021 Catena di Custodia

Di Eleonora Mariano

Il 14 dicembre 2020, grazie al primo appuntamento di #TheTalkingForest, abbiamo avuto modo di approfondire il tema del packaging sostenibile, attraverso le storie e i progetti di realtà che hanno scelto di comunicare il proprio impegno nei confronti dell’ambiente tramite la certificazione PEFC.     
 In questo approfondimento presentiamo l’intervento di Gaia Onza (Algida), Marketing Manager Ice cream presso Unilever, visibile da qui      
 L’obiettivo dichiarato da Unilever è quello di “rendere la sostenibilità una consuetudine” obiettivo che, dal 2010, si basa sul “Unilever sustainable living plan”, un piano di sviluppo aziendale che mira non solo alla crescita ambientale, ma anche alla riduzione dell’impatto ambientale (dimezzandolo entro il 2030) e all’aumento dell’impatto sociale. I tre grandi obiettivi individuati dall’azienda sono rappresentati nell’immagine che segue. 

 
Per quanto riguarda il secondo obiettivo, uno dei progetti principali portati avanti dalla multinazionale si chiama “No, less, better plastic”, tramite il quale si prevede di dimezzare l’uso della plastica vergine entro il 2025.      
 Proprio per cercare alternative all’uso della plastica, Unilever ha deciso di attuare una serie di cambiamenti per il packaging dei propri prodotti. Con il brand Algida, per esempio, si è deciso di puntare sull’uso di carta certificata PEFC per il packaging di prodotti come “Cafè zero” e “Carte D’Or”. Non solo quindi eliminazione della plastica, ma anche scelta di materie prime di origine forestale certificate, quindi provenienti da piantagioni o foreste gestite in modo sostenibile e legale. Confezioni, inoltre, compostabili e riciclabili, conferibili, in base al comune di residenza, nella frazione organica o nella carta.                    
 La risposta dei consumatori all’innovazione messa in campo da Unilever? Apprendiamo, dalle parole di Gaia Onza, essere stata molto positiva: molti, infatti, si sono dichiarati disponibili a pagare prezzi più alti per prodotti sostenibili.