Una foresta nel museo

Nel museo del Novecento M9 di Mestre vive una foresta con 600 piante che celebra i boschi del territorio ed ha l’obiettivo di supportarli.

Una foresta nel museo

5 maggio 2021 Natura e Cultura

Di Alessio Mingoli


Oggi per la rubrica “Natura e cultura” torniamo a parlarvi di legami tra questi due mondi, che nel caso odierno oltre che essere collegati arrivano ad incrociarsi totalmente.          
Avete mai visto un bosco in un museo? Da poco tutto questo è possibile in Veneto. Più precisamente a Mestre, al museo del Novecento M9.          
Dal 19 Marzo infatti c’è una nuova installazione: Foresta M9. Un paesaggio di idee, comunità e futuro. La nuova mostra temporanea curata da Luca Molinari e Claudio Bertorelli e promossa con il contributo di Veneto Agricoltura, in collaborazione con l'Associazione Forestale di Pianura e l'Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini.

Al terzo piano del museo vivono infatti circa 600 piante tra querce, carpini, farnie, oppi, olmi campestri, frassini, ciliegi, sanguinelle, noccioli, cornioli, sambuchi, frangole, biancospini, ligustri, rose canine, prugnoli, lantane.

Recita il sito del museo: “180 alberi, alti fino a 4 metri, che sovrastano con la loro chioma la variegata vegetazione sottostante, tipica del sottobosco, suggellando da un lato l’emblematico significato di risveglio, ripresa e rinascita, e celebrando dall’altro il forte legame con le radici della città lagunare e il territorio che le fa da cornice”.          

L’intento dell’installazione è infatti quello di celebrare l’attenzione che storicamente la repubblica di Venezia ha sempre avuto per i propri boschi.
Non una semplice “trovata”, ma un gesto tangibile per il territorio e le sue comunità. Al termine del periodo di esposizione infatti, sette Comuni della pianura veneta (Concordia Sagittaria, San Donà di Piave, San Stino di Livenza, oltre all’Istituzione Boschi e Grandi Parchi del Comune di Venezia, i Comuni di Padova, di Treviso e di Cessalto), riceveranno in dono da M9 alcuni degli alberi protagonisti dell’installazione, per rinvigorire o dare avvio ad altrettante foreste del territorio. Inoltre una sala ospita un Hibakujumoku, un Gingko biloba di 3 anni nato da un seme di una pianta che è rinata dopo l’esplosione di Hiroshima del 6 agosto 1945; questo “albero della pace” è stato concesso al Museo M9 da PEFC Italia e dall’Associazione “Mondo senza Guerre e senza Violenza-Biodiversità Nonviolenta” nell’ambito di una attività culturale concordata per rappresentare uno dei più tragici momenti del 900 associato a un esempio di resilienza e di speranza, come già descritto al link https://www.pefc.it/news/pefc-italia-e-gli-hibakujumoku-alberi-di-rinascita-e-di-speranza .
In concomitanza con l’apertura della mostra e del semestre verde  è stato inoltre realizzato sul tetto del museo un impianto fotovoltaico che permetterà una riduzione di emissioni di CO2 pari a quella assorbita da una foresta di 15.142 alberi. L’obiettivo è quello di trasformare M9, il sito museale con l’infrastruttura tecnologica più importante di tutto il paese, un Museo ad impatto zero. 

Al momento dell’inaugurazione, il 19 Marzo, la mostra era visitabile solo digitalmente per via delle restrizioni dovute al Covid, ma ora il museo ha riaperto i battenti ed è pronto ad accogliere i visitatori. 

Nello specifico la mostra sarà visitabile gratuitamente dal mercoledì al venerdì, dalle ore 14:30 alle 20:30 e il weekend (su prenotazione) dalle 10:30 alle 20:30.        

Con la ripresa degli spostamenti tra regioni poi, sarà possibile, perché no, organizzarsi per qualche giorno a contatto con arte e natura: Prima la visita al museo e alla sua foresta, poi magari qualche giorno di relax tra le montagne in una delle bellissime foreste venete certificate PEFC.

Abbiamo sempre bisogno di farci ispirare dalla natura, e mostre come questa sono un’occasione unica di educazione ambientale e valorizzazione del territorio.   

Legname di Guerra

Leggi i chiarimenti e le FAQ emesse dal PEFC Internazionale a seguito dell'annuncio che tutto il legname proveniente dalla Russia e dalla Bielorussia è considerato "legname di guerra"

Referenti PEFC

Alessio Mingoli

Redazione Eco delle Foreste